martedì 22 ottobre 2013

Successioni ereditarie 2



Comunione ereditaria


Quando si apre una successione mortis causa, può accadere che i beni oggetto di eredità restino in comunione fra gli eredi, comunione ereditaria, in attesa che venga effettuata la divisione.

Durante il periodo di comunione  a ogni erede compete una determinata quota del patrimonio comune. Se un coerede vuole alienare la propria quota, gli altri coeredi hanno il diritto di prelazione, rispetto a terzi.
Durante la comunione ereditaria l'asse ereditario può subire delle modificazioni nel valore dei beni che lo compongono: maturazione dei frutti naturali e civili ( interessi, canoni di locazione ...). Ciò comporta che per giungere ad una divisione dei beni occorrerá procedere ad una nuova stima dell'asse ereditario, determinando il nuovo ammontare della massa dividenda.
L'asse ereditario si ottiene sommando il valore dei beni appartenenti al defunto, detraendo i debiti, e sommando il valore delle donazioni fatte in vita. Tale operazione contabile prende il nome di riunione fittizia (art. 556 c.c.).
La comunione ereditaria viene a cessare con la divisione ereditaria.






Divisione ereditaria


Consiste nel complesso di operazioni volte allo scioglimento della comunione ereditaria.

Vi sono due tipi di divisione:
- Divisione amichevole o contrattuale si verifica quando vi è accordo fra tutti i coeredi.  Quest'ultimi possono decidere di avvalersi di periti per stimare la massa dividenda ed allestire un progetto di divisione.
- Divisione giudiziaria si verifica quando i coeredi non raggiungono un bonario e unanime accordo circa la divisione.  In tal caso viene fatto ricorso all'autorità giudiziaria che delibera e attua la divisione. La divisione giudiziale è diretta dal giudice istruttore o da un notaio da lui delegato, i quali possono avvalersi di periti per la valutazione della massa dividenda.
Determinare la massa ereditaria richiede alcune operazioni.
La prima operazione da compiere è il pagamento dei debiti e dei legati gravanti sull'eredità.
Quindi occorre attuare la collazione, ossia l'obbligo imposto a ciascun erede legittimo di conferire nella massa ereditaria da dividere i beni che hanno ricevuto dal de cuius in donazione diretta (conferimenti in denaro o in beni materiali) o indiretta ( spese straordinarie sostenute a favore di un erede, come ad esempio avviarlo all'esercizio di un'attività produttiva o professionale, spese per matrimonio, ecc). Non sono soggette a collazione le spese di mantenimento e di educazione e quelle sostenute per malattia, nè quelle ordinarie fatte per abbigliamento o per corredo nunziale. I frutti naturali e civili e gli interessi delle somme soggette a collazione, prodotti dal giorno dell'apertura della successione, sono essi stessi soggetti a collazione.
                                                                                                                                                                                        Se un donatario trattiene un bene che è tenuto a conferire, gli altri eredi possono prelevare dalla massa ereditaria beni simili in proporzione alle quote loro spettanti, per goderne i frutti.

Successivamente è necessario calcolare le quote in base alle quali verrà divisa la massa dividenda.                                                      Vediamo come si calcolano le quote:
Quote di diritto: il calcolo delle quote di diritto è una semplice operazione contabile. In base alle categorie e in base al numero degli eredi in concorso si determinano le frazioni di eredità a loro spettanti per legge e, se esiste, per testamento. Il prodotto delle frazioni per il valore della massa ereditaria fornirà il valore delle quote di diritto.
Quote di fatto: la formazione delle quote di fatto è un'operazione più complessa. Essa consiste nel costituire porzioni di beni definiti da assegnare in proprietà esclusiva ad ogni coerede, in modo che ogni quota di fatto abbia un valore pari alla quota di diritto, rispettando le disposizioni di legge in materia di divisione e, laddove esistono, le disposizioni testamentarie.




Regole generali a cui deve attenersi il perito


- Porzioni omogenee; le porzioni da assegnare ai coeredi debbono comprendere una quantità di beni mobili, immobili e crediti di uguale natura e qualità, in proporzione all'entità di ciascuna quota.

- Immobili non divisibili; debbono essere inseriti per intero nella quota di uno dei coeredi, anche se la supera di valore, nel caso all'assegnatario sarà addebitata l'eccedenza. se nessuno dei coeredi è disposto ad accollarsi il bene indivisibile, si fa luogo alla vendita all'asta, il cui ricavato subentrerá nella massa dividenda.
- Divisione di terreni; non si possono frazionare terreni che non rispettino la minima unità colturale (art.846 c.c.).
- Assegnazione di porzioni di uguale valore; viene fatta tramite estrazione a sorte.
- Assegnazione di porzioni diseguali; viene fatta tramite attribuzione.
- Se della massa ereditaria fa parte un'azienda condotta in compartecipazione da alcuni coeredi, questi hanno la prelazione sull'azienda rispetto agli altri coeredi.
- Diritto di abitazione; questo diritto è garantito dalla legge al coniuge superstite che potrà abitare la casa coniugale e usarne i mobili. Se il valore dell'abitazione e dei mobili è compreso nella quota ereditaria tali beni verranno immessi nella porzione a lui/lei assegnata in modo da soddisfare pienamente i suoi diritti. Se, al contrario, il valore dell'abitazione e dei mobili supera la quota ereditaria destinata al coniuge superstite, nascono una servitù di abitazione e d'uso.
Il perito sarà inoltre tenuto a raccogliere una serie di documenti (ex. certificazione anagrafica, elementi dell'attivo e del passivo, provenienze, donazioni, vendite) e produrne altri (ex. Volture catastali, compilazione, presentazione e consegna della denuncia di successione).











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